Genere età provenienza

valutazione rischi genere eta-provenienza

La normativa sulla sicurezza sul lavoro ha il compito di guidare il datore di lavoro nella
creazione di un ambiente lavorativo sicuro e salubre per tutti i lavoratori.
Per creare le migliori condizioni di lavoro la normativa dispone non solo regole che
impongono obblighi di tipo strutturale al datore di lavoro, ma anche considerazioni importarti su aspetti quali il genere, l’età e la provenienza del lavoratore.

Nel momento in cui il datore di lavoro avvia la valutazione dei rischi deve considerare
questi aspetti:

  • lo stress lavorativo al quale vengono sottoposti alcuni gruppi di lavoratori;
  • la differenza di genere fra i lavoratori;
  • l’età dei lavoratori;
  • i lavoratori stranieri;
  • le differenze di genere;
  • i rischi specifici ai quali sono esposti alcuni lavoratori.

Tutti questi aspetti devono rientrare nella valutazione dei rischi in base
a quanto stabilito dall’articolo 28 del DLgs. 81/08 al Titolo I, sezione II, che tratta l’oggetto della valutazione dei rischi.

Consulenza per la valutazione dei rischi

Contattaci per richiedere una consulenza professionale per la valutazione dei rischi in funzione di genere, età e provenienza dei tuoi dipendenti.

Affidare a un lavoratore una determinata mansione implica la consapevolezza che fattori
quali, età, genere, formazione professionale, condizioni di salute e provenienza da altri paesi non si trasformino in fattori di rischio.

Un esempio utile è il settore edilizia. Fattori di rischio come il rumore, la movimentazione
di carichi pesanti e le vibrazioni devono indurre il datore di lavoro ad escludere dall’attività lavorativa donne in stato di gravidanza, lavoratori con problemi di salute e dipendenti che non sono stati correttamente formati per l’uso di strumentazioni.

L’attenzione per alcune tipologie di lavoratori è necessaria perchè rappresentano
categorie maggiormente a rischio inforunio. Tra questi:

  • lavoratori giovani, anziani o temporanei perchè probabilmente sono meno formati e attenti alla sicurezza;
  • lavoratori immigrati per le difficoltà linguistiche e culturali;
  • lavoratori disabili.

Se è vero che nella valutazione dei rischi, nella progettazione dei DPI (dispositivi di
protezione individuale) e degli strumenti di lavoro si usa come il criterio del “lavoratore
standard”, è necessario considerare che una percentuale di lavoratori non rientra nei
parametri di sicurezza standard. Dunque compito del datore del datore di lavoro è quello di
trovare delle soluzioni per garantire la massima sicurezza a tutte le sue risorse.